Premio Gattamelata, un riconoscimento verso chi cerca, nell’ambito delle proprie funzioni, d’impegnarsi per il bene della comunità
Con questo 2024 siamo giunti alla 18esima edizione del premio Gattamelata, raggiungiamo così la maggior età per un evento che vuole essere, da un lato, un riconoscimento verso chi cerca, nell’ambito delle proprie funzioni, d’impegnarsi per il bene della comunità, dall’altro un modo per far parlare quei gesti e quelle azioni che troppo spesso vengono relegate ai margini della convulsa e confusa comunicazione contemporanea.
Al di là delle vicende storiche il Gattamelata è indiscutibilmente un simbolo della nostra città, un sicuro riferimento che, per altro, si affianca anche visivamente ad un must della cristianità mondiale ovvero la Basilica del Santo senza nome; tutto questo per ricordare come le nostre comunità fatte di persone, di spazi e di luoghi non possono non essere il fulcro del nostro lavoro, il lavoro di chi ha il privilegio di confrontarsi quotidianamente con quei valori che dovrebbero costituire un indiscusso riferimento di ogni cittadino e di ogni istituzione.
Come da tradizione, anche quest’anno, sarà un noto e quotato artista a livello nazionale a mettere a disposizione il proprio talento per regalarci la sua personale interpretazione del nostro Erasmo da Narni, alias il Gattamelata, quasi a voler creare una sorta di continuum artistico con il genio di Donatello che nel 1443 forgiò uno dei capolavori indiscussi dell’arte rinascimentale.
La bellezza e l’arte non sono e non possono essere un di più, uno sterile accessorio del nostro quotidiano operato, ma devono costituire la base dell’agire di ciascuno di noi in quanto “il fare” secondo i canoni del bello è una specifica prerogativa del nostro essere uomini e donne; è la firma con cui cerchiamo, o dovremmo cercare, di caratterizzare le nostre esperienze di vita.
Questa dimensione globale e quasi olistica del nostro operato, come cittadini e come CSV, è un qualcosa a cui non possiamo sottrarci ed è proprio per questo che il premio Gattamelata vuole valorizzare cittadini ed associazioni, imprese ed istituzioni volendoci così ricordare come ognuno concorra e debba concorrere, secondo principi deontologici e morali, alla costruzione di una “casa comune” equa e solidale in cui le differenze non sono barriere invalicabili, ma occasioni d’incontro e di crescita.
In questo 2024 abbiamo poi deciso di aggiungere una categoria dedicata alla Campagna di comunicazione in grado di confrontarsi con quei valori etici che possiamo ritrovare tanto nella Carta dei Valori del Volontariato quanto nel nostro dettato costituzionale; la comunicazione infatti oggi non è solo un modo “per dire le cose”, ma assume su di sé parte della responsabilità con cui le persone guardano e descrivono il mondo, la comunicazione spesso crea veri e propri modelli di riferimento in grado di costruire veri e propri paradigmi comportamentali. Il premio però vuole essere anche un ricordo ed una dedica ad Anna – già responsabile dell’ufficio comunicazione del nostro CSV, prematuramente scomparsa nel gennaio di un anno fa, un ricordo che però vuole essere innanzitutto memoria verso chi ci ha insegnato che essere intransigenti e poco avvezzi al compromesso significa che non è mai possibile scendere a patti con i valori fondanti delle nostre comunità, il nostro essere responsabili non è mai un vestito che possa essere fatto oggetto di un cambio di stagione.