L’intesa tra CSVnet e Ministero della Giustizia mira a promuovere protocolli locali per potenziare il ruolo delle associazioni nella messa alla prova e nei lavori di pubblica utilità

L’accordo punta a incentivare la sottoscrizione di convenzioni locali tra Centri di Servizio per il Volontariato (Csv), enti del terzo settore e tribunali, per ampliare e diversificare le opportunità di svolgimento del lavoro di pubblica utilità (Lpu) ai fini della messa alla prova per adulti. Questo strumento giuridico, introdotto dieci anni fa, ha permesso a migliaia di persone di evitare la condanna, impegnandosi in opere a favore della collettività.
Secondo i dati del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, nel 2022 oltre 24.000 persone hanno usufruito della messa alla prova e del lavoro di pubblica utilità. L’87% di loro ha svolto attività socio-assistenziali e sanitarie, dimostrando l’importanza di questi strumenti per la reintegrazione sociale.

Il ruolo dei CSV

I Csv hanno giocato un ruolo cruciale come intermediari tra gli Uffici di Esecuzione Penale Esterna (Uepe) e le associazioni locali, facilitando l’accoglienza di persone interessate da misure alternative al carcere. Molti Csv hanno già stipulato accordi specifici con gli Uepe del loro territorio, dimostrando l’efficacia di questa collaborazione.

Le dichiarazioni

Chiara Tommasini, Presidente di CSVnet, ha espresso grande soddisfazione per l’accordo, sottolineando come esso rappresenti un passo importante verso il rafforzamento del ruolo delle associazioni del terzo settore nel sistema di giustizia di comunità. “La messa alla prova e i lavori di pubblica utilità sono strumenti fondamentali per promuovere l’inclusione sociale e offrire una seconda opportunità a chi ha commesso reati minori” ha dichiarato Tommasini.

Il protocollo, inoltre, riconosce l’impegno quotidiano delle associazioni nel sostenere chi si trova in situazioni difficili, evidenziando l’importanza della collaborazione tra enti del terzo settore e istituzioni pubbliche.

Un modello di giustizia e di comunità

Il Protocollo nazionale, curato dalla Direzione Generale per l’Esecuzione Penale Esterna e di Messa alla Prova del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, rappresenta un progresso significativo verso l’adozione di un modello di giustizia di comunità in linea con le tradizioni europee.

CSVnet, che associa i 49 Csv attivi in Italia, supporta quasi 50.000 realtà, tra enti pubblici e soggetti del terzo settore, attraverso 300 punti di servizio e l’impegno di oltre 700 addetti. Questa rete capillare è fondamentale per promuovere il volontariato e sostenere le politiche di giustizia di comunità.