CibARIA – La cultura si mangia

Una proposta culturale e culinaria dentro il carcere

Tam Teatromusica con la partnership del CSV ha proposito un nuovo percorso di attività teatrali di gruppo ideato per i detenuti della Casa Circondariale di Padova. L’obiettivo è quello di offrire esperienze di incontro, dialogo e crescita personale attraverso il teatro, linguaggio artistico che favorisce percorsi introspettivi utili a maturare la consapevolezza delle regole sociali, passo necessario al reinserimento nella comunità su basi rinnovate.

Il percorso teatrale che Tam Teatromusica ha qui proposto è un approfondimento legato all’esperienza del cibo all’interno del carcere, sia dal punto di vista della preparazione delle pietanze, che da quello della condivisione comunitaria che spesso diviene scoperta per nuove esperienze gustative rafforzando così i legami affettivi tra le persone. È stato interessante indagare cosa significhi preparare il cibo per gli altri oltre a comprendere come le limitazioni materiali che “i cuochi” vivono all’interno del carcere condizionino e modifichino la possibilità di realizzare pietanze nel rispetto delle ricette tradizionali.

Il percorso formativo è stato utile per capire come la detenzione modifichi il rapporto soggettivo con il cibo (può snaturarlo, negarlo o al contrario rafforzarlo) e contemporaneamente come l’amore per il cibo, in quanto potente esperienza sensoriale, possa “mantenere viva” la vita”.

progetto-pari-csvpdro-box

Con la cultura si mangia

Il cibo è metafora per eccellenza dell’esistenza ed espressione di visioni culturali ed esperienze Sociali; dentro al cibo troviamo infatti il mondo e, spesso, un intero mondo si esprime attraverso di esso. Gli alimenti, la loro preparazione, il loro scambio, il modo stesso in cui vengono commercializzati ed il modo in cui vengono appunto consumati crea uno stretto rapporto con la storia di un luogo e la sua identità.

Gli obiettivi

L’attuale popolazione carceraria, sempre più multietnica, offre l’occasione per esplorare le differenti culture culinarie, valorizzarne i significati profondi, ma anche risvegliare il piacere del cibo e il piacere di parlare di cibo con ironia e giocosità. Non dimentichiamoci, inoltre, che all’interno del carcere la pratica del cucinare è molto importante e sentita, rappresentando l’occasione per prendersi cura di sé dedicando, al contempo, del tempo agli altri, in un reale momento di condivisione. La cultura si mangia, proposte culturali e culinarie dentro il carcere è stato inserito nel progetto di Caritas Il filo di Arianna (sostenuto da Banca Intesa, Caritas Italiana e Caritas Padova) che coinvolge vari attori territoriali (oltre a Tam Teatromusica, Orizzonti Società Cooperativa Sociale, Cooperativa Sociale Gruppo R, Associazione Operatori Volontari Carcerari). Il percorso si concluderà ad aprile 2025. Uno degli obiettivi è la realizzazione di un Libro delle ricette possibili (e impossibili), qui pubblicate nella versione online, che contengono non solo le istruzioni per realizzare le pietanze culturalmente identitarie, ma anche “ricette della mente e dello spirito” dove gli ingredienti diventano “la pazienza”, “la tenacia”, “la dolcezza”, “la rabbia”, “l’allegria”… la difficoltà e al tempo stesso la dimensione solidale di una convivenza forzata.

Ascolta i podcast