Il volontariato italiano continua a evolversi, mantenendo la propria centralità nel rafforzamento del tessuto sociale, anche in un contesto segnato da crisi e cambiamenti. A rivelarlo sono i dati pubblicati oggi dall’Istat con l’“Indagine multiscopo Uso del tempo 2023”, che aggiorna, a dieci anni di distanza, le rilevazioni sul lavoro volontario.

Secondo quanto emerge, circa un milione di persone si dedica ad attività di volontariato in maniera ibrida, ovvero sia all’interno di organizzazioni strutturate che attraverso forme dirette e informali. Questo dato sottolinea una trasformazione nelle modalità di partecipazione, sempre più fluide ma comunque capaci di alimentare una cultura della cittadinanza attiva.

Chiara Tommasini, presidente di CSVnet – la rete dei 49 Centri di servizio per il volontariato presenti in Italia – ha offerto una lettura approfondita del nuovo scenario. Sebbene l’indagine registri una lieve flessione, pari al 3,6%, nel numero complessivo dei volontari rispetto al passato, Tommasini evidenzia come tale calo sia coerente con quanto già emerso in studi precedenti. Si tratta di un effetto delle difficoltà economiche e sociali vissute dal Paese nell’ultimo decennio, a cui si aggiungono le conseguenze della pandemia.

Nonostante questa contrazione, il volontariato rimane una realtà consistente: sono 4,7 milioni le persone coinvolte, una presenza indispensabile in ogni angolo d’Italia. Il dinamismo dell’impegno civico, sottolinea Tommasini, mostra un forte desiderio di partecipazione, che va riconosciuto e potenziato con strumenti adeguati.

Nel delineare le linee guida dell’azione dei CSV per il prossimo futuro, la presidente individua quattro direttrici strategiche:

  • Ricambio generazionale e leadership – È essenziale promuovere nuovi protagonismi all’interno delle organizzazioni, affinché il volontariato resti vitale e rappresentativo.
  • Co-programmazione del welfare – I CSV continueranno a sostenere il coinvolgimento delle organizzazioni nella definizione condivisa delle politiche sociali, in particolare nell’ambito della salute.
  • Valorizzazione delle aree interne – L’impegno volontario nelle zone meno servite rappresenta una risorsa chiave per la coesione territoriale.
  • Economia civile e partecipazione – Infine, si intende rafforzare il ruolo del volontariato nei nuovi modelli di sviluppo fondati sulla solidarietà e sul benessere collettivo.

Questi orientamenti, già parte dell’agire quotidiano dei CSV, saranno potenziati per continuare a sostenere lo sviluppo e l’autonomia del volontariato su scala nazionale, riconoscendone il valore non solo sociale, ma anche culturale ed economico.